Il Bel San Michele Onlus – Accessibilità inclusiva: abbattere le barriere, coinvolgere le persone

Ente promotore: Il Bel San Michele Onlus di Pavia

Comunità coinvolta: Pavia

Bando: V 2023

Settore d’intervento: tutela, promozione e valorizzazione di beni di interesse storico e artistico

Importo stanziato dalla Fondazione: 24.000 Euro

 

La basilica di San Michele Maggiore di Pavia come non l’avete mai vista. I bassorilievi della facciata, ormai degradati, che tornano a essere accessibili a tutti. Un patrimonio di bellezza non sopita, di arte, di storia, vero e proprio simbolo della città, da condividere con la comunità, a partire dalle persone fragili (ipovedenti, sordomuti, …) e da quelle che vivono isolate o confinate in strutture quali residenze per anziani e carceri; dai migranti; dagli studenti fuori sede; dai giovani.

È questo l’obiettivo del progetto “Accessibilità inclusiva: abbattere le barriere, coinvolgere le persone”, presentato dall’associazione “Il Bel San Michele Onlus”, presieduta da Vittorio Vaccari, che abbiamo cofinanziato all’interno del V Bando del 2023, grazie ai fondi territoriali messi a disposizione da Fondazione Cariplo. Un’iniziativa, che si colloca nell’area della “tutela, promozione e valorizzazione di beni di interesse storico e artistico”, capace di suscitare l’interesse e di stimolare la generosità di molti pavesi tanto che la cifra di donazioni spontanee da raccogliere tra la gente per poter accedere al nostro contributo (2.400 euro), è stata addirittura superata e a oggi siamo a quota 2.605 euro.

Merito del lavoro e dell’impegno di un’associazione che, nata il 29 novembre 2011, è cresciuta nel tempo, ha organizzato eventi e iniziative, non si è fermata. Trasformata in “Organizzazione di Volontariato” con l’uscita della legge sul Terzo Settore, persegue esclusivamente finalità di solidarietà sociale, non ha fini di lucro e ha per oggetto l’attività di tutela, promozione e valorizzazione religiosa e spirituale, artistica, architettonica e storica del complesso di San Michele in Pavia. Oltre ad affiancare la Parrocchia di San Michele e la Diocesi pavese nel sostentamento della chiesa, l’ente, che conta sull’apporto di soci volontari, promuove attività di studio e di ricerca riguardanti il complesso stesso, il territorio e l’ambiente nel quale è radicato.

È il caso del nostro progetto, tuttora in fase di realizzazione, che si concluderà ad agosto di quest’anno.

«I risultati attesi – ci hanno spiegato i promotori – consistono nel rendere accessibili a tutti i bassorilievi del fronte principale della basilica di San Michele Maggiore, che ora non sono quasi più visibili e riconoscibili poiché ampiamente danneggiati dallo scorrere del tempo e dagli agenti atmosferici, tramite modellazione e stampa 3D. In questo modo sarà possibile integrare e promuovere quelle parti ormai non comprensibili del monumento, ponendo come base del lavoro le documentazioni grafiche dei bassorilievi dell’Ottocento realizzate dell’ingegnere Ferdinand De Dartein. Questa modalità innovativa di conoscenza potrà coinvolgere e interessare diverse tipologie di cittadini, all’insegna dell’inclusione: tutti, anche coloro che vivono “ai margini” della comunità, potranno visitare e ammirare virtualmente San Michele grazie ai social media sui quali saranno divulgate le lavorazioni in corso d’opera. Tutti saranno resi partecipi del progetto».

In altre parole, storia e tecnologia s’incontrano per allargare l’offerta culturale a un pubblico sempre più vasto. Una modalità che ha riscosso vivo interesse nella Fondazione.

Ma di quale storia parliamo?

Fu Paolo Diacono nella Historia Langobardorum a raccontare che Unulfo, servo fedele e salvatore della vita del suo padrone, il re Bertarido, si rifugiò, per salvarsi dall’ira di re Grimoaldo “in beati Michaelis Archangeli basilicam”; era l’anno 642. Nel 774 ecco il re Desiderio che durante l’assedio, per lui fatale, tutte le notti si recava, secondo ciò che narra il Chronicon Novaliciense del secolo XI, a pregare nella chiesa di San Michele.

Considerata come templum regium per la sua stretta dipendenza dal Palatium regale, eretto, sin dal secolo VI, dal re Teodorico, quella basilica vide, in epoca carolingia, l’anno 839, il solenne battesimo di Rotrude, figlia dell’imperatore Lotario I e di Ermengarda.

Ma la basilica vide pure, nello svolgersi di secoli, i riti solenni e risuonò dei canti delle incoronazioni di re italici: Berengario I (a. 888), Lodovico III (a. 900), Ugo (a. 926), Berengario II col figlio Adalberto (a. 950), Arduino d’Ivrea (a. 1002), Enrico il Santo (a. 1004).

Nella basilica da poco ricostruita, nella primavera del 1155 Federico Barbarossa si fece incoronare Re d’Italia, all’età di 32 anni. Poiché all’epoca il Palazzo Reale di Pavia era stato distrutto da più di un secolo, l’imperatore veniva ospitato presso i monasteri di San Pietro in Ciel d’Oro.

Nel contesto della Pavia longobarda, San Michele ebbe il ruolo di cappella palatina, nelle adiacenze dello stesso Palazzo Reale. Le incoronazioni che si verificarono successivamente all’età longobarda e fino al XII secolo permisero di tramandarne il ruolo e il rilievo di basilica regia.

La basilica di San Michele Maggiore è una delle cinque chiese con tale dedicazione risalenti al periodo medievale a Pavia.

Da oggi ci viene ridonata come non l’abbiamo mai vista prima. Come possono vederla davvero tutti.

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