Università di Pavia, Centro di ricerca sulle acque – La salute della Vernavola

Ente promotore: Università di Pavia, Centro di ricerca interdipartimentale sulle acque (CRA)

Comunità coinvolta: Pavia

Bando: VI 2019

Settore d’intervento: ambiente e territorio

Importo stanziato dalla Fondazione: 22.800 Euro

 

La Fondazione Comunitaria, negli ultimi anni, grazie all’impulso dato dal consigliere Giovanni Arioli, coordinatore della Commissione Tutela della Natura, ha intensificato il proprio impegno a favore dell’ambiente. Lo ha fatto pubblicando dei Bandi ad hoc come il VI Bando del 2019, realizzato in collaborazione con Pavia Acque, Gestore Unico del Servizio Idrico Integrato della Provincia di Pavia.

Si trattava di un Bando che promuoveva interventi di prevenzione e riduzione dei rischi ambientali; favoriva le azioni di prevenzione e contrasto del fenomeno dell’abbandono dei rifiuti; premiava tra i giovani e nella scuola comportamenti responsabili a livello di usi e consumi dell’acqua e, contemporaneamente, del suo valore come bene comune.

L’importo totale del Bando era pari a 104.100 euro: 80.100 euro messi a disposizione dalla Fondazione grazie ai fondi territoriali di Fondazione Cariplo e 24.000 euro da Pavia Acque.

Tre furono i progetti co-finanziati, tra questi “La salute della roggia Vernavola: un termometro ambientale per la città di Pavia” presentato dal Centro di ricerca interdipartimentale sulle acque (CRA) dell’Università e da noi sostenuto per un costo di 22.800 euro.

Di che cosa si trattava?

Intanto va detto il CRA nasce nel 1978 e attualmente vi afferiscono i Dipartimenti di Scienze della Terra e dell’Ambiente e di Ingegneria Civile e Architettura. Svolge ricerca di base e applicata, teorica e sperimentale, connessa con il ciclo idrico integrato, la valutazione della qualità biologica e della funzionalità ecologica dei corpi idrici superficiali, la valutazione e la tutela dei corpi idrici sotterranei. Infine, in convenzione con il Comune di Pavia, gestisce l’attività del CeMAV sulla roggia Vernavola.

Come ha scritto nella presentazione del progetto il presidente Renato Luigi Sconfietti, «la roggia Vernavola è un corso d’acqua che, tranne per un brevissimo tratto iniziale, scorre in Comune di Pavia, attraversa la città e sfocia nel fiume Ticino. Dal 1975 il tratto a nord è riconosciuto quale parco urbano; l’intero percorso con la sua valle è una importante risorsa ambientale di elevato valore naturalistico e fruitivo. Le acque di questa roggia, tuttavia, presentano non poche criticità. Dal 2007 è attivo il Centro di Monitoraggio ambientale della roggia Vernavola (CeMAV), risultato di una convenzione fra Comune di Pavia e Centro di Ricerca sulle Acque (CRA) dell’Università di Pavia, che opera per sollecitare la soluzione ai problemi della roggia e regolarmente produce una Newsletter, su cui riporta i risultati delle campagne trimestrali di monitoraggio».

Uno studio di approfondimento del 2019, condotto nel tratto urbano centrale, ha prodotto risultati interessanti poiché ha permesso di localizzare immissioni ordinariamente trascurate e quantificare il loro carico. Un’ulteriore indagine, eseguita dall’Unità di Microbiologia e Microbiologia Clinica del Dipartimento di Scienze Clinico-Chirurgiche, Diagnostiche e Pediatriche dell’Università di Pavia in collaborazione con il CRA, condotta su campioni di acque superficiali di diversa origine, fra le quali anche quelle della roggia Vernavola, al fine di indagare la presenza di batteri antibiotico-resistenti (MDR), è arrivata a conclusioni preoccupanti. Il microbiota (e microbioma) di ambienti quali acque e terreni, mostra i segni evidenti di una rapida evoluzione peggiorativa da un punto di vista antropico: ciò sia in termini di arricchimento in microrganismi MDR di linee clonali pre-esistenti, sia di comparsa di nuove linee genetiche frutto di trasferimento genico orizzontale.

Infine, oltre alla qualità delle sue acque la Vernavola evidenzia alcune criticità legate anche ai suoi spazi perispondali, soprattutto quelli più frequentati come l’area giochi verso via Torretta, dove l’utenza spesso non adotta i comportamenti corretti per la gestione dei rifiuti, o le aree degli orti urbani, nelle quali è frequente l’abbandono e l’accumulo di scarti vegetali che portano al degrado.

Il progetto si proponeva di individuare e caratterizzare tutte le immissioni lungo l’intero percorso della roggia Vernavola, con particolare focus sugli scarichi di acque reflue di origine fognaria; indagare la presenza di ceppi batterici antibiotico-resistenti e, nel caso, caratterizzarli, anche allo scopo di segnalare le condizioni favorenti lo sviluppo di hot spot ambientali per criticità infettiva e diffusione di determinanti di antibiotico-resistenza; sensibilizzare soprattutto i giovani sui problemi legati all’alterazione non solo della qualità dell’acqua ma anche del contesto di contorno (amacrorifiuti e microplastiche); individuare possibili soluzioni o mitigazioni dei problemi rilevati.

Che cosa è stato fatto?

Intanto alcune campagne di rilevamento degli scarichi con l’acquisizione di documentazione fotografica e la produzione di schede identificative. Si proceduto a misure di portata e a campionamenti per le analisi fisico-chimiche e microbiologiche in 10-15 sezioni individuate come potenzialmente rappresentative, per quantificare l’inquinamento assoluto. Si sono identificati microrganismi Gram-negativi e specie batteriche antibiotico-resistenti.

Si sono, infine, coinvolte le scuole dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado, in attività svolte in classe e sul campo. In particolare, gli studenti più grandi hanno partecipato a uscite al Parco della Vernavola, prevedendo un censimento delle aree più critiche, la pulizia di una porzione di parco e della riva e l’analisi della tipologia di rifiuti raccolti.

Sulla base dei risultati emersi sono stati individuati gli interventi più idonei per risolvere o mitigare le criticità individuate.

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