Università degli Studi di Pavia – La Provincia Pavese in rete

Ente promotore: Università degli Studi di Pavia

Comunità coinvolta: Pavia e provincia

Bando: III 2020

Settore d’intervento: tutela, promozione e valorizzazione di beni di interesse storico e artistico

Importo stanziato dalla Fondazione: 24.000 Euro

Un patrimonio della comunità e dell’intera provincia di Pavia salvato anche grazie al nostro intervento. Un archivio capace di custodire la storia di tutti noi. Una fonte inesauribile di notizie che raccontano da dove veniamo e chi siamo. Stiamo parlando dell’archivio del nostro quotidiano, La Provincia Pavese: da martedì 9 novembre 2021 è possibile consultarlo in rete grazie al progetto di digitalizzazione avviato dall’Università degli Studi di Pavia e condiviso dalla Fondazione Comunitaria che, con il III Bando del 2020, grazie ai fondi territoriali messi a disposizione da Fondazione Cariplo e all’impegno dell’allora presidente Giancarlo Vitali, ha partecipato all’iniziativa erogando 24.000 euro.

«La Biblioteca universitaria di Pavia – hanno spiegato dalla redazione del quotidiano – è l’unico archivio in cui è possibile trovare la Provincia Pavese dal primo numero a oggi. Ma molti giornali, spesso in copia unica, vecchi di un secolo e oltre, erano ormai troppo rovinati per essere offerti alla consultazione di ricercatori e cittadini. Così, da qualche tempo, erano chiusi sotto gas, nei sotterranei della Biblioteca. In occasione dei 150 anni del quotidiano nel 2020 è stato dunque lanciato il progetto di digitalizzazione dell’archivio a partire dai primi 75 anni (1870-1945); un progetto realizzato dal Gruppo Gedi, dalla Biblioteca universitaria, da Digital library Pavia e Compagnia della Corte con il sostegno della Fondazione Comunitaria della provincia di Pavia e della Fondazione Banca del Monte di Pavia. E ora oltre 52 mila pagine della Provincia sono online, consultabili da chiunque. Immagini navigabili, in cui si possono cercare parole, luoghi, nomi».

Clicca qui e guarda il video realizzato da La Provincia Pavese.

Nei quotidiani strappati al tempo ci sono la Storia e le storie, cronache, polemiche, romanzi a puntate e attacchi al potere. Insomma, c’è la vita che scorreva da queste parti.

Ci sono voluti quasi dodici mesi di lavoro – con qualche intoppo, come la mancanza di alcune annate, poi ritrovate – ma ora le copie della Provincia dal 1870 al 1945 sono di nuovo accessibili. E da casa, da tutti, liberamente: basta un computer o un cellulare e una connessione internet.

Non è solo un’operazione di salvataggio, i vecchi numeri non si possono solo sfogliare copia dopo copia, anno dopo anno. Con la trasformazione delle pagine in immagini memorizzate su un server e rese leggibili ai computer con il riconoscimento del testo, ora si può anche cercare una parola, un nome, un luogo, una via. Si aprono nuovi scenari di ricerca e di conoscenza: se più persone hanno accesso a un patrimonio, la società si arricchisce; e se questo patrimonio può essere esplorato anche con l’ausilio di computer e intelligenza artificiale – che hanno capacità di calcolo ed elaborazione inimmaginabili 150 anni fa – si potranno forse scoprire nuove relazioni tra vecchi personaggi, aspetti mai indagati della realtà raccontata dal quotidiano locale e della comunità che vi si rispecchiava.

Il progetto non finisce qui: l’obiettivo è riuscire a digitalizzare anche il resto dell’archivio, fino ad oggi. In fondo la Provincia occupa “solo” 35 metri di scaffali nei sotterranei della Biblioteca.

Per accedere alla libreria digitale clicca qui.

L’iniziativa è stata presentata proprio nel salone Teresiano della Biblioteca universitaria martedì 9 novembre alla presenza del nostro presidente Giancarlo Albini.

(Nelle foto: a sinistra, Marzia Pontone, direttrice della Biblioteca; a destra, in prima fila in platea, Giancarlo Albini)

Sono intervenuti Marzia Pontone, direttrice della Biblioteca, Federico Forneris, prorettore alla Ricerca, Paolo Nassi, responsabile della Biblioteca digitale, Antonella Campagna, responsabile delle attività culturali della Biblioteca, Roberto Canevari dell’Ufficio assistenza bibliografica, Vittorio Renuzzi della Compagnia della Corte, Cesare Zizza, delegato alle Biblioteche dell’ateneo. Con loro Carlo Gariboldi responsabile delle pagine culturali del La Piazza e coordinatore del progetto.

La necessità di procedere alla digitalizzazione delle copie più vecchie della Provincia Pavese è stata segnalata dalla Biblioteca Universitaria di Pavia, che conserva tutte le copie del giornale: dalla sua fondazione, ossia quando si chiamava La Canaglia, fino a oggi. La responsabile delle attività culturali della Biblioteca, Antonella Campagna, spiegava più di un anno fa che le annate del giornale a cavallo delle guerre, sono decisamente ammalorate e, di conseguenza, erano state tolte dalla consultazione. «Quei giornali sono nei nostri archivi sigillati, sotto conserver, un gas che ne impedisce il deterioramento. I quotidiani del periodo bellico, inoltre, sono stampati su carta povera, con un’alta percentuale di lignina, che si consuma facilmente. Va anche detto che sono le copie più richieste perché sono relative ad anni particolari, difficili».

(La presentazione del progetto si è tenuta il 9 novembre nel salone Teresiano della Biblioteca universitaria di Pavia. Da sinistra: Roberto Canevari, Paolo Nassi, Antonella Campagna, Vittorio Renuzzi)

«Dopo un iniziale lavoro di raccolta e recupero dei documenti, si è proceduto alla precisa e attenta scansione di oltre 52.800 pagine – conclude Paolo Nassi, responsabile della Digital Library – e, quindi, all’archiviazione organizzata di 11.272 fascicoli».

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