Tre scuole, una mappa di comunità – La strada dei sapori… e dei saperi

Ente promotore: Istituto comprensivo “Mariangela Montanari”

Comunità coinvolta: Sannazzaro de’ Burgondi (Lomellina), Pavia (Pavese), Stradella (Oltrepò pavese)

Bando: III 2020

Settore d’intervento: promozione di attività culturali; mostre, manifestazioni, pubblicazioni, progetti su cultura e territorio

Importo stanziato dalla Fondazione: 9.000 Euro

 

Il progetto che vi raccontiamo oggi coinvolge 3 scuole, ciascuna in una delle 3 zone nelle quali è suddivisa la provincia di Pavia: la Lomellina, il Pavese e l’Oltrepò. Il tema che sta al centro dell’iniziativa è la conoscenza e la valorizzazione della storia di un territorio, delle sue tradizioni, dei suoi prodotti. Protagonisti sono gli studenti.

È stato co-finanziato dalla Fondazione Comunitaria, grazie ai fondi territoriali di Fondazione Cariplo, all’interno del III Bando del 2020 che riguarda la promozione della cultura e – non è un caso – s’intitola “La strada dei sapori e dei saperi”.

Sono coinvolti gli alunni di due scuole primarie ovvero dell’Istituto comprensivo “Mariangela Montanari” di Sannazzaro de’ Burgondi (capofila) e dell’Istituto Comprensivo di Stradella e gli alunni dell’Istituto Superiore “Luigi Cossa” di Pavia, insieme, naturalmente, ai loro docenti e ai dirigenti scolastici e, più in generale, ai funzionari dell’Ufficio Scuola provinciale. Ma sono coinvolti, anche, enti della zona (Comuni, Biblioteche, Ente Risi e Pro Loco), enti esterni privati (società esperte nell’organizzazione di eventi), aziende, botteghe, cantine. Insomma, una rete di attori che, sollecitati, intervistati, invitati dai giovani, hanno trasmesso loro esperienza e conoscenza. Tutti aspetti che rendono il progetto innovativo.

Ma quali sono le finalità?

Ce l’ha spiegato, nella sua presentazione alla Fondazione, Paolo Pavesi, dirigente della scuola di Sannazzaro, capofila di rete: «Favorire la ricostruzione della memoria storica della comunità attraverso la riscoperta degli antichi mestieri legati al contesto produttivo e ai personaggi del territorio; valorizzarne i prodotti enogastronomici; porre l’attenzione su una corretta educazione alimentare e sollecitare una maggiore attenzione alla qualità dell’ambiente; individuare soluzioni alla carenza di lavoro e allo spopolamento dei piccoli paesi e, infine, condividere con le nuove generazioni la cultura del gusto e del buono».

In pratica, gli alunni, come giornalisti e reporter in erba, hanno condotto una lunga ricerca, per più settimane, che li ha portati a realizzare testi, disegni, pubblicazioni che custodiscono il frutto del loro studio e della loro indagine. Una sorta di racconto a più voci delle identità locali che li ha spinti a disegnare una mappa di comunità che va alla riscoperta del passato, delle nostre radici, dei luoghi del cuore, dei testimoni e dei professionisti di mestieri ormai scomparsi.

Il risultato finale è stato presentato durante la cerimonia conclusiva alla presenza di tutte le scuole, con il pranzo che i ragazzi dell’Istituto alberghiero “Cossa” hanno cucinato a dicembre del 2021 per celebrare i sapori della nostra provincia.

«La mappa di comunità – hanno sottolineato gli ideatori del progetto – è un’opera creativa e collettiva che permette di rappresentare un territorio ma dal punto di vista di chi lo vive. È una mappa che racconta non tanto la geografia fisica di un luogo, quanto quella emotiva e affettiva. È una creazione che raccoglie gli elementi fondanti della comunità, la sua storia passata e presente, dove trovano spazio memorie e testimonianze, criticità e speranze: un patrimonio di valori che merita di essere trasmesso alle generazioni future».

«La scrittura e la costruzione di una mappa di comunità è un processo strutturato che prevede la partecipazione di diversi attori. Il metodo è quello della ricerca-azione e ogni partecipante è sia protagonista sia destinatario. Per arrivare alla mappa è necessario avviare un laboratorio creativo ed esplorare con occhi nuovi – attenti, critici, responsabili, emotivi, consapevoli – i propri luoghi. Sono occhi che guardano alle cose con la prospettiva del passato, del presente e del futuro».

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