Parrocchia di Canneto Pavese – Restauro della copertura della chiesa

Ente promotore: Parrocchia dei Santi Marcellino Pietro ed Erasmo di Canneto Pavese

Comunità coinvolta: Canneto Pavese

Bando: III 2020

Settore d’intervento: tutela, promozione e valorizzazione di beni di interesse storico e artistico

Importo stanziato dalla Fondazione: 23.000 Euro

 

Una Fondazione e il suo territorio: un dialogo serrato, un rapporto che permette a entrambi di crescere e di generare il “bene comune”.

Da quando è sorta, nel 2002, la Fondazione Comunitaria della provincia di Pavia si è costantemente impegnata nel settore della tutela, promozione e valorizzazione di beni di interesse storico e artistico, concentrando i propri sforzi non solo verso il Terzo Settore, le fasce deboli della società, il welfare, ma anche verso quelle iniziative che danno impulso al progresso armonico di paesi e città. Se si lavora, infatti, a un nuovo modello di sviluppo economico, sia esso legato al mondo dell’arte, della fede, del sapere o della proposta turistica, l’intera comunità – a iniziare dai giovani – ne trarrà giovamento.

Tanti sono i progetti che abbiamo sostenuto per il recupero degli edifici sacri presenti in provincia di Pavia, anzi, a tutti, nessuno escluso, nella nostra storia ventennale, è stato concesso un contributo.

Parliamo, oggi, di un intervento che ha interessato la Parrocchiale dei Santi Marcellino Pietro ed Erasmo di Canneto Pavese, in Oltrepò.

Grazie al co-finanziamento sul III Bando 2020 (di 23.000 euro), elargito con i fondi territoriali messi a disposizione da Fondazione Cariplo, si è potuto procedere al restauro e al risanamento del tetto. I lavori sono stati seguiti dall’Ufficio Beni Culturali della Diocesi di Tortona (nel cui territorio si trova Canneto Pavese) e con l’avvallo della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio.

Il progetto, presentato dalla Parrocchia e redatto dall’architetto Viviana Reposi, nasceva dalla necessità di rimediare urgentemente alle infiltrazioni d’acqua del tetto, causate dal degrado della copertura, individuate in corrispondenza alle tre absidi. Bisognava dunque ripristinare a regola d’arte una parte della copertura stessa per evitare ulteriori danni all’orditura lignea e alle volte affrescate all’interno così da preservare la sicurezza dei fedeli che frequentano la chiesa.

I lavori hanno comportato la rimozione dei coppi e la sostituzione di quelli rotti, la sostituzione delle parti in legno consumate e il rifacimento del tetto con l’inserimento di un nuovo strato in lastre portacoppo.

«Si tratta di un edificio storico risalente al 1733, – aveva scritto l’allora parroco, il compianto don Prospero Digilio – attualmente unica chiesa parrocchiale del paese, valorizzata dalla presenza dell’organo Lingiardi che permette l’esecuzione di concerti. Potrebbe vedere incrementato il flusso di visitatori e fedeli ipotizzando di diventare tappa della Via di San Colombano. Obiettivo del progetto è garantire una qualità architettonica che riconsegni i valori storici e artistici e la sicurezza nella fruizione del bene».

Crediamo che riflettere sulle opportunità che derivano da una simile opera, per potenziare anche lo sviluppo del turismo religioso, sia stata una scelta vincente, che deve essere portata avanti come stanno facendo molti parroci e numerose amministrazioni comunali della provincia, con lungimiranza, dispendio di energie, di fatiche e di risorse.

“Turismo religioso” significa, in effetti, crescita culturale ed economica. Ma in rapporto a un nuovo, sostenibile sviluppo dell’offerta turistica, andrebbe aggiunto al termine l’aggettivo “creativo”.

La “crescita creativa” di un territorio si può perseguire se si ha la volontà di aprire i “vivai delle idee” e se si bada al bene di tutti. Conoscere la nostra storia per seguire le tracce, talvolta ancora visibili, del nostro passato, non è dunque un esercizio vano. E lo si può fare, per esempio, entrando in una chiesa e ammirando i tesori artistici e architettonici in essa custoditi.

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