La chiesa di San Giorgio, sede della comunità ucraina – Consolidamento strutturale

Ente promotore: Parrocchia di San Teodoro in Pavia

Comunità coinvolta: Pavia; Comunità ucraina residente in città

Bando: II 2022

Settore d’intervento: tutela, promozione e valorizzazione di beni storici e artistici

Importo stanziato dalla Fondazione: 17.000 Euro

 

Nel centro storico di Pavia, all’interno del territorio di competenza della Parrocchia di San Teodoro, si trova una chiesa che continua ad attirare molti visitatori e fedeli, riscoperta di recente anche dal FAI che l’ha inserita tra i beni degni di nota nelle Giornate di Primavera 2019.

Si tratta di San Giorgio in Montefalcone con annessi un ossario (in cui teschi e ossa sono disposti a formare rosoni, scritte e decorazioni), la casa parrocchiale e una corte.

Oggi la storia di questo luogo si intreccia con l’attualità: San Giorgio, infatti, è sede della Comunità Ucraina pavese, che proprio nel 2019 ha festeggiato i quindici anni di vita ed è punto di riferimento e di identità culturale, oltre che religiosa, per gli ucraini, anche di fedi diverse, che vivono fuori dal loro Paese. Nel 2014 è stata “inaugurata” la Parrocchia cattolica ucraina pavese, terza dopo Roma e Caserta, riconosciuta ufficialmente in Italia, dove si contano 145 comunità cattoliche di rito bizantino, seguite da una cinquantina di preti. L’utenza del rito domenicale è abitualmente di 130 fedeli e a Pasqua, negli anni precedenti l’emergenza sanitaria da Covid-19, si sono registrate anche 500 presenze. Don Oleksandr Tovt è l’incaricato della cura pastorale.

A seguito dello scoppio della guerra tra Russia e Ucraina, il luogo ha assunto, ancora più che in passato, una connotazione simbolica, crocevia e teatro d’incontro di tanti profughi giunti in provincia di Pavia per scappare dal conflitto armato. È per loro – lo ricordiamo – che abbiamo istituito il Fondo Emergenza Ucraina: grazie alla solidarietà di molte persone, di Autoguidovie Pavia e di Fondazione Cariplo abbiamo raccolto 128.330,00 euro.

Ma perché parliamo della Chiesa Greco-Cattolica Ucraina di rito bizantino? Perché San Giorgio in Montefalcone è al centro di questa “Storia di Comunità”. All’interno del II Bando del 2022, con i fondi territoriali messi a disposizione, ancora una volta, da Cariplo, abbiamo co-finanziato un progetto di consolidamento strutturale e miglioramento sismico delle coperture dell’edifico sacro, presentato dalla Parrocchia di San Teodoro retta da don Emilio Carrera.

Da un punto di vista funzionale, l’accesso alla chiesa di San Giorgio avviene da una rampa con gradonata che conduce al portico antistante il portale d’ingresso. La casa parrocchiale è su due piani fuori terra con il sottotetto. Il piano terra è usato per il catechismo e per altri eventi connessi all’attività pastorale e culturale che la comunità svolge. Il piano superiore non è utilizzato e le finiture sono al rustico per la sospensione dei lavori di restauro iniziati negli anni Novanta e interrotti per la scarsità di fondi e per sopravvenuti imprevisti. Per tutti questi motivi, il parroco non può abitare nella canonica.

La chiesa verte in un cattivo stato di conservazione. La facciata ha il frontone spezzato e vi si addossa un portico con volta a crociera; l’accesso avviene da una scalinata, ai piedi della quale si affaccia l’ossario. La pianta è a tre navate con presbiterio quadrangolare, al cui muro settentrionale si addossano il campanile e la sacrestia. La navata sud è interamente inglobata nella casa canonica. Navata principale e navate laterali sono coperte ciascuna da tre campate di volte a crociera. Il presbiterio è invece coperto da una cupoletta sostenuta da pennacchi sferici. La geometria del tetto ripropone la suddivisione dell’interno; ha struttura lignea con capriate, che sostengono arcarecci. Su questi vi sono travetti e listelli a sostegno del manto di copertura in coppi. Quest’ultimo presenta elementi mancanti o scivolati da cui entra acqua piovana. L’interno della chiesa mostra infatti i segni delle infiltrazioni: sulle volte sono presenti colature, efflorescenze saline, caduta di porzioni di pellicola pittorica e disgregazione dell’intonaco.

A destare preoccupazione è, appunto, il tetto: le infiltrazioni di acqua meteorica hanno determinato il degrado delle strutture portanti lignee per le quali è stato avviato un progetto di consolidamento, valutando in situ la profondità del degrado (integrazione di parti con apposite resine miste a segatura di legno e consolidamento mediante lamine di acciaio, oppure sostituzione degli elementi troppo degradati). Su proposta della Soprintendenza ABAP territoriale, verranno effettuate operazioni per migliorare il comportamento sismico della copertura; in particolare verrà inserito, nel manto, un doppio tavolato, incrociato, con interposte bandelle metalliche.

Tra gli obiettivi si prevede la promozione di ulteriori interventi di restauro e adeguamento che potranno seguire il consolidamento strutturale, con un piano di programmazione di interventi negli anni a seguire (restauro dei cornicioni esterni, messa in sicurezza del cortile annesso alle sale del catechismo e adibito a ricreazione, restauri delle facciate esterne, restauro delle superfici interne, adeguamento liturgico).

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