Taglio del nastro della Greenway Salice Terme-Varzi alla presenza di Claudia Sorlini, vicepresidente di Fondazione Cariplo, e di Nicoletta Marenzi, consigliere della Fondazione Comunitaria

Bagnaria. Si è svolta sabato 19 giugno a Bagnaria l’inaugurazione del terzo lotto della Greenway Voghera-Varzi, la dorsale cicloturistica che segue il percorso dell’antica ferrovia elettrica.

La Greenway, precedentemente percorribile sino a Salice Terme, ha visto così la realizzazione del suo ultimo lotto, quello collinare, che dalla località termale arriva sino a Varzi, completando i 33 km di tracciato.

Al taglio del nastro erano presenti Claudia Sorlini, vicepresidente di Fondazione Cariplo, Nicoletta Marenzi, consigliere della Fondazione Comunitaria della provincia di Pavia e numerose autorità, da Vittorio Poma, presidente della Provincia di Pavia, a Giovanni Palli, presidente della Comunità Montana dell’Oltrepò e sindaco di Varzi, Fabio Riva, sindaco di Godiasco-Salice Terme, Paola Garlaschelli, sindaco di Voghera, Mattia Franza, sindaco di Bagnaria, i consiglieri regionali Simone Verni e Giuseppe Villani, i consiglieri provinciali Paolo Gramigna e Nicola Affronti, il deputato Alessandro Cattaneo, Federico Del Prete, consigliere di Legambiente Lombardia, Riccardo Fiamberti, presidente del GAL.

Il processo di rigenerazione – iniziato già alcuni anni fa e portato avanti dalla Provincia di Pavia – ha beneficiato del sostegno della Fondazione Cariplo, che ne ha sostenuto sia gli studi di fattibilità sia la parte della realizzazione.
Questa pista ha un valore in sé per il territorio che attraversa, poiché offre un’opportunità per vivere natura e cultura nel segno di una mobilità sostenibile, lenta e verde. Ma ha anche un valore aggiunto: fa parte della rete di percorsi del sistema ciclabile Vento, la ciclovia che con i suoi 633 km collega Venezia con Torino.
Come ricordato nell’incontro di Bagnaria dalla vicepresidente di Fondazione Cariplo Claudia Sorlini, i vantaggi della mobilità sostenibile sono numerosi: «Riduzione dell’inquinamento, opportunità di fare sport per tutte le tasche in un ambiente sicuro e accogliente e di mantenersi in salute tanto insidiata dallo stile di vita sedentario». Ma la bicicletta può diventare uno strumento di scoperta del territorio. «Con il cicloturismo si assapora il piacere di attraversare paesaggi in cui si conserva la biodiversità, si vanno a conoscere borghi e piccoli centri urbani, ricchi di vestigia del passato, di arte e di cultura, fuori dai grandi flussi del turismo di massa».
Dalla bicicletta si genera anche economia, la cosiddetta “bikenomics”. «Gli esperti ci dicono che ogni km di pista ciclabile genera annualmente un indotto compreso tra i 150.000 e i 300.000 euro, di cui gran parte viene spesa localmente».
Inoltre, molti di questi tracciati vengono utilizzati anche come cammini, altra tipologia di turismo e di scoperta del territorio in netta crescita. E l’Oltrepò è particolarmente ricco di cammini storici. Nell’ambito del programma AttivAree di Fondazione Cariplo, dedicato al rilancio delle aree interne, la Fondazione Sviluppo Oltrepò Pavese ha coordinato il progetto “Oltrepò (bio)diverso”, da poco concluso. Tra le tante azioni realizzate, troviamo anche la “Carta dei Cammini dell’Appenino di Lombardia” (ed. TCI) e una guida Touring dedicata al territorio oltrepadano.

«Le ciclovie e i cammini ovviamente da soli non bastano a far diventare un territorio attrattivo. – ha proseguito Sorlini – Ci vuole una visione coerente che da un lato ne promuova e faccia conoscere le caratteristiche e dall’altro eviti iniziative estemporanee che ne compromettano la funzionalità, il valore ambientale e l’immagine. Le ciclopiste garantiscono un patrimonio paesaggistico, culturale e ambientale che non si esaurisce nel tempo, ma continua a produrre bellezza e reddito e lo lascia in eredità alle generazioni future. Il turismo lento rappresenta oggi la chiave per il rilancio di luoghi “vicini”. Anche a causa della pandemia, le vacanze, per decenni sempre più legate ai voli low cost e al “mordi e fuggi”, tornano a svolgersi nei nostri territori. Ma per sopravvivere alle mode e rilanciare questi territori in modo duraturo, bisogna coltivare la bellezza e la lentezza di questi luoghi d’Appennino. La Greenway è una scelta strategica, che non può rimanere però a sé stante: il territorio deve lavorare per consolidarne la presenza, promuovendola attraverso eventi e manifestazioni che ne enfatizzino lo spirito, anche nei confronti di un pubblico estero, molto attento agli aspetti naturalistici e culturali».

In Oltrepò pavese, oltre ai 2,2 M€ per la fattibilità e la realizzazione della Greenway, la Fondazione Cariplo ha investito 4,1 M€ nel progetto “Oltrepò (bio)diverso”. Il progetto si proponeva di valorizzare il patrimonio naturalistico dell’Oltrepò e la sua straordinaria biodiversità, sostenendo attività e servizi per renderlo più ospitale per i residenti, ma anche più attrattivo per un turismo sostenibile interessato alla fruizione della biodiversità e alle produzioni agricole tipiche, enogastronomiche, artigianali ad essa legate. «Aree interessanti come questa meritano tutta l’attenzione necessaria perché possano continuare a vivere e produrre, ovviamente in modo sostenibile, attraverso un corretto dialogo tra città e aree rurali» – ha concluso Sorlini.

Vittorio Poma e Claudia Sorlini

Nicoletta Marenzi

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